martedì 22 gennaio 2013

DEPARTURES

"Qualsiasi atto che tiene a distanza la morte ostacola la vita. Una vita non in contatto con la morte e' mortale ,moribonda." JamesHillman  
                              
 Un fiore di loto .Una piccola poesia zen. In questa opera vi e' racchiusa, con semplicita' disarmante, la transitorieta' della nostra vita e il cammino di saluto  unicamente orientale. Il regista attraverso l'insegnamento del miglior cinema giapponese a partire dal maestro Ozu distilla una perfetta storia sull'ultimo saluto, l'ultimo omaggio figlio del dolore, porta aperta ad una nuova rinascita per ognuno diversa, buddista ,cristiana, pagana.
Attraverso gli occhi del magnifico interprete ci ritroviamo a fare un percorso di distacco, la musica che lo abbandona, di elaborazione del lutto, di cambiamento, quindi di coraggio, tornando al paese natio, fino ad arrivare quasi un destino lo guidi ad un lavoro che filosoficamente e spiritualmente lo avvolge, lo purifica e sul finire lo libera da un samsara di passioni negative paterne. E' una piccola illuminazione che rende consapevole un'intera vita ed ha la forza sorprendente di un piccolo miracolo quando poco alla volta tocca le persone che lo circondano ,irradiando le note del suo violoncello fino ad essere una cosa sola con la natura circostante.
Un film tanto semplice nell'animo e nei sentimenti manifestati quanto pericoloso per noi piccoli traghettatori delle nostre animucce nel quotidiano sempre piu' grigio di una vita persa dietro a vuoti meccanismi coercitivi, giustificati dal materialismo sfrenato o solo dalla sterile ricerca di un dopo sereno che passo dopo passo rende mediocre il presente stanco e stantio.
Una pellicola perfetta pur nei suoi piccoli difetti come la storiella prevedibile della pietra che pero' apre a tutti la speranza nel perdono e la ricerca in vita della soluzione dei confronti. Nulla puo' fermare la dolcezza,  la serenita',la forza di un uomo, una donna che consapevolmente rendono giustizia alla morte fisica con gesti silenziosi di una bellezza sconvolgente. Nulla ci puo' salvare se non la possibilita' di ritornare ad amare senza rimpianti e soprattutto senza pregiudizi. Siamo un suono armonico del violoncello. Siamo perfetti come l'inchino doveroso di fronte alla morte terrena. Siamo pronti a riappropriarci dei nostri sentimenti umani sapendo che questo dono va fino alla fine ed oltre difeso e osannato.
Quest' opera ci ricorda questo e riesce nel piccolo miracolo di condensare pensieri antichi ed importanti in semplici stati d'animo comprensibili ai piu' con una costruzione stilistica asciutta, spontanea e sorprendente.
Tutti siamo la donna proprietaria del bagno e tutti siamo anche il figlio cieco e sordo; sta a ognuno decidere quando realizzare il proprio se' aprendo gli occhi per vedere la fine delle sofferenze e sturando le orecchie per sentire la sinfonia del proprio cuore.
Solo il Giappone poteva regalarci un'opera cosi' e non sapendolo fino in fondo a noi occidentali e' rivolta e dedicata.

'Conformati alla tua sorte ed ama,ma di vero amore,gli uomini coi quali ti e' toccato di vivere." Marco Aurelio

Nessun commento:

Posta un commento