mercoledì 30 gennaio 2013

VALLANZASCA - GLI ANGELI DEL MALE (2010)

Kim Vallanzasca conquista ,stordisce e ci abbandona con la tenera forza del quaglione milanese.
Un monumento attoriale che se all'inizio per via dell'accento cosi' alieno ci sorprende e ci appare improbabile, passo dopo passo si costruisce addosso il personaggio corteggiando continuamente il nostro sorriso e conquistando infine il nostro tifo. Circonda il talentuoso Kim un cast all'altezza, un montaggio secco e veloce, una colonna sonora efficace e un senso di spettacolarizzazione derivante dalla banda della Magliana e non da quer brutto pasticciaccio del '68 placidiano.
Romanzo criminale in solitaria dove vince il cattivo perche' ha la faccia d'angelo e il lato oscuro leggermente più pronunciato... Realizzato oltroceano avrebbe partorito altri incassi ed altre critiche; qui poca roba e solite pernacchie politiche da kultura nazionalpopolare.
Kill Kim! Ex ragazzo dal kimono d'oro...

martedì 22 gennaio 2013

DEPARTURES

"Qualsiasi atto che tiene a distanza la morte ostacola la vita. Una vita non in contatto con la morte e' mortale ,moribonda." JamesHillman  
                              
 Un fiore di loto .Una piccola poesia zen. In questa opera vi e' racchiusa, con semplicita' disarmante, la transitorieta' della nostra vita e il cammino di saluto  unicamente orientale. Il regista attraverso l'insegnamento del miglior cinema giapponese a partire dal maestro Ozu distilla una perfetta storia sull'ultimo saluto, l'ultimo omaggio figlio del dolore, porta aperta ad una nuova rinascita per ognuno diversa, buddista ,cristiana, pagana.
Attraverso gli occhi del magnifico interprete ci ritroviamo a fare un percorso di distacco, la musica che lo abbandona, di elaborazione del lutto, di cambiamento, quindi di coraggio, tornando al paese natio, fino ad arrivare quasi un destino lo guidi ad un lavoro che filosoficamente e spiritualmente lo avvolge, lo purifica e sul finire lo libera da un samsara di passioni negative paterne. E' una piccola illuminazione che rende consapevole un'intera vita ed ha la forza sorprendente di un piccolo miracolo quando poco alla volta tocca le persone che lo circondano ,irradiando le note del suo violoncello fino ad essere una cosa sola con la natura circostante.
Un film tanto semplice nell'animo e nei sentimenti manifestati quanto pericoloso per noi piccoli traghettatori delle nostre animucce nel quotidiano sempre piu' grigio di una vita persa dietro a vuoti meccanismi coercitivi, giustificati dal materialismo sfrenato o solo dalla sterile ricerca di un dopo sereno che passo dopo passo rende mediocre il presente stanco e stantio.
Una pellicola perfetta pur nei suoi piccoli difetti come la storiella prevedibile della pietra che pero' apre a tutti la speranza nel perdono e la ricerca in vita della soluzione dei confronti. Nulla puo' fermare la dolcezza,  la serenita',la forza di un uomo, una donna che consapevolmente rendono giustizia alla morte fisica con gesti silenziosi di una bellezza sconvolgente. Nulla ci puo' salvare se non la possibilita' di ritornare ad amare senza rimpianti e soprattutto senza pregiudizi. Siamo un suono armonico del violoncello. Siamo perfetti come l'inchino doveroso di fronte alla morte terrena. Siamo pronti a riappropriarci dei nostri sentimenti umani sapendo che questo dono va fino alla fine ed oltre difeso e osannato.
Quest' opera ci ricorda questo e riesce nel piccolo miracolo di condensare pensieri antichi ed importanti in semplici stati d'animo comprensibili ai piu' con una costruzione stilistica asciutta, spontanea e sorprendente.
Tutti siamo la donna proprietaria del bagno e tutti siamo anche il figlio cieco e sordo; sta a ognuno decidere quando realizzare il proprio se' aprendo gli occhi per vedere la fine delle sofferenze e sturando le orecchie per sentire la sinfonia del proprio cuore.
Solo il Giappone poteva regalarci un'opera cosi' e non sapendolo fino in fondo a noi occidentali e' rivolta e dedicata.

'Conformati alla tua sorte ed ama,ma di vero amore,gli uomini coi quali ti e' toccato di vivere." Marco Aurelio

martedì 15 gennaio 2013

PARADISO AMARO

Ma... ovvero come le aspettative condizionano un'opera.
Dopo due viaggi fisici ,dell'anima accompagnati da  Nicholson e Giamatti un pit stop targato Clooney.
Ingredienti simili e regia/sceneggiatura autoriale con imprinting original ma risultato sotto le attese del tempo trascorso tra le opere citate.
Un'opera studiata e cerebrale che coinvolge in parte, non entra sottopelle e soprattutto non si imprime nell'immaginario dello spettatore.
Aspettative... chiaramente invece per chi si troverà per la prima volta davanti a un film di Payne  facilmente il quadro o piuttosto la prospettiva si ribalterà scoprendo un taglio originale, semplicemente diverso.
Aspettando di poterlo rivalutare mi vado a rispolverare la perfetta solitudine di Giamatti in "Sideways" o la struggente poetica di Nicholson in "About Schmidt", personaggi perfetti nel loro incedere verso l'abisso del proprio IO.

«Due giovani pesci nuotano insieme. Incontrano un pesce più vecchio che nuota in direzione opposta. "Buongiorno ragazzi, com'è oggi l'acqua?", fa il vecchio. I due continuano a nuotare per un po', perplessi. Poi uno dei due dice: "E che diavolo è l'acqua?"».

David Foster Wallace

domenica 13 gennaio 2013

PROMETHEUS

Mio zio mi ha riportato al cine ma questa volta l'ho fatto sedere molte file davanti...
il film è vietato ai 14 ma lui conosce la maschera e l'ha corrotta regalandogli una confezione da 6 di spuma.
Prima di entrare mio zio mi ha detto che a lui il regista piaceva ma non piace più da un pò...non so che voleva dirmi ma io Alien l'ho visto e mi ha fatto tanto paura.
Inizia il film e le immagini sono affascinanti anche se si vede che siamo dalle parti dell'Islanda...
quando arriva l'astronave mio zio mi manda sul cell un wots ap dove dice che si parte e devo avere lo stomaco forte.
Io per non sapere nè criticare nè approfondire ho mangiato un kebab e qualche patatina molle.
C'è il criosonno che mi sembra di avere già visto...poi il gruppo messo insieme alla rinfusa che mi sembra di avere già visto...la donna forte un pò androgina che mi sembra di avere già visto...il robot matto che anche quello l'ho già visto!
mio zio mi dice che sono citazioni colte ed io sono un asino.
C'è anche quella figona della Therona, ma recita come un prosciutto insaccato.
Quando arrivano sul pianeta ed iniziano ad andare in giro il kebab inizia a possedermi...o forse è la noia che inizia a bussare? Cerco di farmi due risate con il geologo e il biologo della spedizione che manco a scuola da me riuscirebbero a passare gli esami a sorpresa; poi mi dicono che il pezzo di carta bisogna sudarselo...penso che sono antipatici e stupidi e saranno i primi a morire.
Mio zio mi manda una faccina con la Z che esce dalla bocca.
Quelli dell'astronave iniziano a parlare di filosofia e dei massimi sistemi...io ne capisco poco ma forse pure loro e pure il tipo che ha scritto sta boiata.
Ci sono giganti che corrono come fossero nel commodore 64...
sono stanco e domani mi tocca accompagnare la mamma a fare la spesa.
Nell'intervallo vado a chiedere i soldi per la bibita allo zio, lui me li sgancia a fatica perchè impegnato a parlare con un suo amichetto che suona la musica come lavoro.
La seconda parte è più bella perchè la tipa del film si fa un aborto con le graffette e poi corre come Bolt contro gli alieni cattivi.
Poi parlano, torna un vecchio, fanno cose ma io capisco poco o niente...mio zio mi manda un messaggio dicendomi che la prossima volta andiamo a vedere un film turco o coreano. Si accendono le luci e mi tolgo gli occhiali del 3D pensando a che cazzo serviva la terza dimensione.
Vedo la testa di mio zio ma non si muove...mi avvicino e lo trovo con una bella bolla dal naso che scoppia come il torace di quello di prima che chiamano ingegnere...ma... inizio a pensare che forse invece di vedere maestri decadenti sia l'ora di dedicarmi a letture stimolanti e visioni intelligenti.
Mi stappo una spuma e faccio finta di vomitare su mio zio come dopo il criosonno...lui sorride, ride a crepapelle e mi dà un buffetto...gli voglio bene ma non gli dirò mai che ormai il blockbuster americano è morto defunto; gli voglio troppo bene per dargli un dispiacere ed abbracciare catarticamente la filmografia moderna coreana.
Arirang...arirang...arirang!

mercoledì 9 gennaio 2013

THE SOCIAL NETWORK

La solitudine del numero primo. Forse. La storia che si fa metafora come nella migliore narrazione possibile, accessibile. Una scrittura perfetta di un piccolo genio di nome Sorkin, una regia asciutta, intensa come Fincher ormai ci ha abituati e l'uso delle musiche avvolgenti, realizzanti un abbraccio armonioso con le braccia ideali dello schermo cinematografico. Un piccolo film perfetto che compie il miracolo di mettere d'accordo i critici criticoni e quelli piu' soft. Un piccolo grande film che ci ci ricorda che grandi idee nascono casualmente da reazioni/azioni banali, che i soldi non aiutano ad avere veri amici anzi possono allontanarli, che non siamo stronzi ma ci impegniamo quasi sistematicamente a farli. E ci ritroviamo chi giovane, chi meno, nel nostro intimo per ambizione o per semplice coazione emotiva a pigiare il nostro piccolo bottone nella speranza che qualcosa cambi...

domenica 6 gennaio 2013

"IL CIGNO NERO"

Nella quiete non vi è nulla che non sia in quiete.
Nel movimento non vi è nulla che non si muova.
      - Li I Yu (CLassico del Taiji)

Entrare e' possibile solo in punta di piedi, lasciandosi andare alle paure piu' inconsce e scarnificando passo dopo passo il nostro leggero corpo di spettatore.
Chiamati al doveroso lavoro di sofferenza votato alla perfezione ,nudi di fronte alle ossessioni che prendono forma e presentano il conto del nostro vissuto passato,soffocando il presente e annebbiando il futuro. Il wrestling della danza affidato al corpo sottile e nervoso della Portman angoscia la nostra visione relegando i nostri dubbi ad una superficialita' di visione che come lo specchio vetro del camerino si frantuma sulle note dell'incalzante finale di Tchaikovsky.
Se non sapete volteggiare sulle punte come il cigno bianco e nel contempo trasformarvi nell'energico e crudele cigno nero del nostro piu' ansimante lato oscuro girate alla larga. Rimanete nel camerino a sognare un posto da prima ballerina senza la volonta' di guardarvi dentro e scoprire che non vi piacete affatto.