mercoledì 16 giugno 2021

INSIDE di Bo Burnham (Netflix)

 Vago stanco e demotivato per il deserto del Gobi in cerca di acqua fresca e di un oasi di piacere estemporaneo. Ed ecco che mi si presenta inaspettatamente un chiosco che sa di miraggio, che mi offre insperate granite succulente o la famosa birra ghiacciata che ogni maratoneta ambisce a fine corsa.

Ecco la mia reazione dopo mesi di algoritmo di Netflix alla visione di questa straordinaria opera figlia di un geniale comedian. Innanzitutto non conoscevo l'artista e non sapevo nulla di ciò che stavo andando a vedere cliccando sul tasto del telecomando. Che sensazione inappagabile in questi tempi dove tutto è gridato, commentato, sottolineato, fagocitato; ma è anche possibile che semplicemente fossi distratto e che il perfido algoritmo non mi abbia impiattato il menù come solitamente intavola. Anche se quando ho aperto la scheda mi diceva che al 99% era in linea con i miei gusti passati di numerose visioni sulla piattaforma. Orwell. 1984.

 Non scriverò nulla su questo incredibile viaggio di 90 minuti dentro una stanza, dentro una mente, dentro una psiche, dentro un disagio, dentro il lockdown, dentro sè stessi. Bisogna avere il tempo, la voglia e la pazienza, a tratti, di completare il viaggio. Perchè merita eccome. Perchè in un mondo visivo fortemente globalizzato, quindi governato dalla fredda tecnologia
e dall'appiattimento dei gusti, questa cosa esplode come dinamite pura. E sappiate che non è una questione se Burnham sia un genio o meno, ma è il fatto che ogni tanto un buon corto circuito è appagante se non addirittura necessario.

Senza continuità di logica a tratti mi ha ricordato per diversi motivi, immagino prettamente personali, tre esperienze visive del passato. ARIRANG del compianto Kim Ki-Duk, IO SONO QUI! con Joaquin Phoenix e tutto o quasi Gondry, il suo cinema, la sua poesia surreale.

Bo Burnham! Chi sei? Io chi sono? La luce si unisce allo spazio in una cosa sola indivisibili...