giovedì 21 febbraio 2013

GANGSTER SQUAD

Sono in una fase spero laterale di supponenza... guardo i trailer e percepisco al millesimo come sarà il film veramente; mi creo un pregiudizio che quasi sempre accompagna le mie visioni e conferma la prima impressione. Mi chiedo dove sono andati quei famosi montatori di trailer statunitensi capaci di emozionare in 2 o 3 minuti più dell'opera stessa; probabilmente la crisi picchia duro o piuttosto non possono fare miracoli quando il materiale di partenza è così modesto.
Dal teaser avevo pensato ad un gangster movie patinato, fumettoso e stereotipato con un Penn truccato stile Al Capone al minimo sindacale. Ebbene
ecco che il tutto miseramente si sciorina di fronte ai miei occhi annoiati in due ore di estenuante visione con brevi momenti accettabili in mezzo ad un mare di situazioni prevedibili e a qualche guizzo veramente imbarazzante. Degli attori non parlo perchè non meritano; qualcuno recita per portare a casa la pagnotta, Penn punta al premio"discount", Brolin monocorde mentre Goslin delude in pieno non accorgendosi che non può rifare in ogni film il bullo fighetto di "Drive". Unica luce che filtra sullo schermo è quel gigione di Nick Nolte che riempe l'immagine già solo con il suo fisico debordante.
Cast sprecato in mano ad un regista che aveva sorpreso in "Benvenuti a Zombieland" ma che qui sembra smarrito, troppo attento a ricreare un'atmosfera che la sceneggiatura soffoca in dialoghi al limite del risibile e in citazioni troppo superficiali. Inizia una pessima stagione cinematografica sulla carta e gli incassi precipitano. Sarà forse un segno dei tempi ma oggi ci tocca sta roba mentre anni fa con "L.A. Confidential" si sposava perfettamente un plot tratto da un meraviglioso lavoro di Ellroy con una regia rispettosa e meritoria di Hanson; e che dire della bella di turno e del poliziotto irruento... Non sempre è giusto fare paragoni ma mi trovo sempre più invogliato a cercare visioni del passato piuttosto che i sterili prodotti che oggi ci rifilano. Le serie tv sono altra storia fortunatamente! Ma il cinema e il suo fascino? Suvvia...la speranza è l'ultima a morire!

lunedì 11 febbraio 2013

LINCOLN (Steven Spielberg)

Non è mia abitudine leggere critiche approfondite prima di vedere i film o piuttosto subito dopo per evitare di scrivere la mia opinione "appropriandomi" di spunti altrui. Questa volta l'ho fatto facendo scivolare l'attenzione su un pezzo editato dall'interessante sito Carmilla on line; e visto che raramente mi capita di specchiarmi così fedelmente nelle parole e nell'assunto di un altro opinionista è mio dovere non aggiungere una parola e linkare qui di seguito il pezzo per rendere omaggio a chi lo ha scritto. Quoto in pieno dalla prima all'ultima parola.
Perchè?

http://www.carmillaonline.com/archives/2013/02/004618.html

venerdì 1 febbraio 2013

TITANIC (JAMES CAMERON)

Bigger than life.
Cosa rende un film un capolavoro? Chi lo decide? Il pubblico? Il botteghino? La critica?
Un fischietto. Dopo avere salutato il suo amato Jack, Rose lo utilizza con le ultime forze rimastele per mantenere la promessa appena fatta e per istinto di sopravvivenza. Il suo fischio è un gesto catartico che dona speranza allo spettatore dopo le drammatiche scene dell'inabissamento.
Con una elissi azzardata mi hanno fatto pensare alle strazianti immagini di quel povero ragazzo morto venerdì scorso sul campo di pallone...schiantato a terra da un dolore più grande di lui cerca per due volte invano di rialzarsi; una lotta contro l'inevitabile, una forza animalesca che lo rende per pochi secondi un eroe ai miei occhi che un attimo dopo si riempono inesorabilmente di lacrime vere, spontanee. Rose colpisce di nuovo quando ci sbatte in faccia la realtà ovvero nel momento che guarda la camera e ripete che solo una delle venti scialuppe di salvataggio del gigante inaffondabile ritorna indietro alla ricerca di sopravvissuti...una sola.Viaggio in prima classe di una ribelle che si innamora di un bellone gracile della terza, questo kolossal indimenticabile aggiorna i classici hollywoodiani chiudendo nello stesso tempo il secolo scorso e il genere con un canto del cigno formidabile, insperato.
Come il migliore Lean,  Cameron scrive di una tragedia fisica,metaforica e spettacolare attraverso gli occhi di una donna risoluta, dolce, combattiva.
Una pellicola che omaggia il cinema in ogni inquadratura singola e con un montaggio quasi perfetto;  tutto torna,tutto crea un senso, tutto resta nella Storia. Tutto con semplicità di scrittura e complessità di sguardo.
Cameron diventa il Re del Mondo costruendo a tavolino un immenso affresco del titanico sogno di essere immortali. In questo il 3D sembra accompagnare lo spettatore senza un vera funzione; in realtà lo nasconde, lo rende avvolgente sorprendentemente nella prima parte rispetto alla spettacolare seconda, dove piano piano sparisce per lasciare spazio alle immagini piatte sempre più drammatiche. Il creatore di "Avatar" si controlla e ci regala più che la terza dimensione la possibilità di contemplare nuovamente sullo schermo cinematografico la sua creatura più ispirata, più controllata, più riuscita.
Un film che dopo 15 anni grida forte la sua forza rendendo pallidi gli emuli di questo inizio secolo.
"Tre anni a cercare di capire il Titanic...senza mai sentirlo con il cuore"...come dice il ricercatore nel finale.
Cameron riesce nell'impresa universale di dare a un impianto meccanico un cuore umano, naturale; il miracolo risiede nel rendere di carne e ossa i protagonisti fasulli di una storia vera, in mezzo a personaggi realmente esistiti con i loro anedotti passati alle cronache. Un cuore che non ha trovato fortuna negli ultimi lavori di Scorsese e Spielberg,meccanismi inceppati nella pesantezza degli ingranaggi citazionisti. Un capolavoro come "Titanic" rende giustizia alla settima arte riuscendo a mettere d'accordo corpo e anima, spettatore e critica, rendendo semplice alla visione uno sforzo produttivo immane, un sogno personale folle.
Occhialini o meno sarebbe un delitto perdersi l'opportunità di riconciliarsi con il buon cinema ,soprattutto ora che siamo in un periodo di forte carestia.
"La prima classe costa mille lire,la seconda cento,la terza dolore e spavento...".