lunedì 30 settembre 2019

APOCALYPSE NOW The Final Cut

The horror... The horror...
Si chiude come un cerchio disegnato sulle note dei Doors ciò che tre ore prima si era aperto sulla stessa "fine" prima del viaggio del capitano Willard.
La terza e definitiva versione del capolavoro di Coppola è la sintesi perfetta della sua opera monstre, grazie al sapiente montaggio e alllo straordinario recupero dei suoni originali attraverso una nuova rimasterizzazione. Difficile rimanere indifferenti alle esplosioni delle bombe piuttosto che alle eliche degli elicotteri; ancor meno alla famosa scena supportata dalla Cavalcata delle Valchirie. Ma stupisce ancor di più le mosche che gironzolano incessanti sul fiume ed intorno alla testa liscia, quasi un richiamo ad "Alien", di dio Brando.
Dettagli che impreziosiscono il quadro d'insieme, un "Cuore di tenebra" che costò caro al regista italoamericano per poi diventare un cult assoluto nella storia del cinema.
La sintesi tra la versione originale del 79 ed il Redux del 2001 è un compromesso tra minutaggio e montaggio che avvalora la prima e allegerisce la seconda, mantenendo l'ampia parentesi politica francese senza eccessive zavorre narrative. Proprio questa scelta sancisce la supremazia di questa versione introdotta dallo stesso Coppola a distanza di 40 anni dall'uscita ufficiale come non la migliore, ma lo è, ma come quella che con il filtro del tempo lui avrebbe voluto presentare da subito.
Per chi non conosce la genesi di questa mastodontica opera filmica rimando al libro della moglie Eleanor Coppola piuttosto al documentario di sua stessa realizzazione "Viaggio all'inferno", non facilmente reperibile ma esauriente per le vicissitudini affrontate dalla troupe. Un film nel film.
Operazione commerciale o meno non si può che godere della possibilità oggi di rivedere classici senza tempo sullo schermo cinematografico ancor più in questo caso valorizzato da una proiezione in versione originale con i sottotitoli. Possiamo avere i migliori doppiatori del mondo ma non si può sostituire minimamente le inflessione recitative di un qualsiasi Brando/Kurtz. In più molti non sanno che il doppiaggio per forza di cose soffoca quasi sempre il suono circostante o lo limita riducendo comunque la nostra percezione del girato originario. Attraversare il fiume fino la Cambogia piuttosto vivere l'episodio dell'apparizione della tigre nella giungla non ha eguali per coinvolgimento e pathos.
Sul senso dell'opera in quattro decadi molti hanno scritto frasi, righe, parole più illuminanti di quello che posso esprimere oggi ad un giorno dalla visione.
Rimane come sempre di fronte questi totem benedetti la straniante sensazione di essere di fronte a qualcosa di irripetibile, unico e trascendentale. In un 'epoca come la nostra incapace, nonostante la tecnologia, di ambire a pellicole culturali ma altresì commerciali l'apocalisse di Coppola rimane pietra di paragone di un cinema estremo, allucinante, sapiente. Un miracolo di equilibrio e sintesi in un viaggio di tre ore in una guerra assurda, in situazioni assurde, in un caos disordinato che in qualche modo con fini astuzie narrative abbraccia la vita intera. Noi spettatori ci riconosciamo in Willard volendo essere Kurtz.
Animali e dei.
Il nostro cuore. Le nostre tenebre.
Conrad aveva visto lungo e Coppola lo ha reso vivo più che mai.
L'immenso Kurtz/Brando con il suo elefantiaco carisma va a braccetto con l'utopica conquista di Fitzcarraldo/Kinski. Cinema di altri tempi, prove fisiche ineguagliabili.
Su quel fiume verso un non luogo tutta la vita e la morte scorrono davanti in un straordinario percorso che solo il perfetto incontro tra narrazione, immagini e suono può raccontare in una storia di meri fallimenti.
Ma come Kurtz ripete a qualcuno tocca questa infame parte nel continuo macabro percorso umano. Cercando la luce nella poesia, nella luce, nella riflessione.

Una luce mai più così splendente ed avvolgente grazie al lavoro del maestro Storaro.
Apocalypse Now è un viaggio dentro noi stessi.
Con cuore, nelle tenebre.
Non si torna indietro, ci si
trasforma.
L'orrore a volte necessario ha un prezzo disumano, catartico ma profondamente segnante.
Tutto è scritto ma tutto in questa immensa opera è dannatamente potente.
The end...