mercoledì 5 dicembre 2012

Cinico tv 1

Stanotte dopo il solito pasto frugale ho scorso le varie registrazioni in mio possesso per abbandonarmi alla visione dello splendido omaggio che Ghezzi sta facendo ad un genio assoluto del cinema quale Werner Herzog.
Come spesso accade però lo spiazzante critico di Fuoriorario rispetta poco gli orari di programmazione o cambia all'ultimo la scaletta regalando ai maniaci smanettatori come il sottoscritto micidiali delusioni o inaspettate sorprese.
Difatti dopo l'ennesimo documentario interessante dell'autore tedesco mi ritrovo a guardare con mia grande gioia un montaggio recente della gloriosa creatura nata dalla cratività aliena di Ciprì e Maresco.
E come spesso mi accadeva in passato, alle 3 di notte vengo assalito da convulsioni ridarelle degno del miglior attacco epilettico di natura demenziale.
Mi è venuto alla mente, dopo la parentesi godereccia, delle due notti insonni passate lo scorso anno a cullarmi di fronte a tanta ironica strafottenza con il piacere inaudito di aver registrato il tutto per poi scoprire che il segnale al momento dello spegnimento della tv salutava l'etere per donarmi l'agghiacciante buio di uno schermo infinitamente nero.
È un peccato che il duo di registi si sia diviso ma è pur vero che un prodotto del genere replicato per innumerevoli volte avrebbe perso la freschezza e originilatà che possiede.
Con ciò i lavori cinematografici dei due sono apprezzabili e recuperabili nonostante all'epoca i problemi tipicamente italiani di censura, arrivando adirittura per "Lo zio di Brooklyn" all'editto bulgaro in stile "Ultimo tango a Parigi" con tanto di ritiro delle copie in sala in quel momento e conseguente processo per oltraggio alla religione cattolica.
Se non affini al loro particolare tipo di demenzialità consiglio comunque ai curiosi intenditori della settima arte lo splendido "Il ritorno di Cagliostro" e il documentario sullo straordinario sodalizio tra Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
Ciprì continua meritevolmente ad essere uno dei migliori se non il migliore fotografo di scena italiano e al suo attivo ha recentemente firmato un film con Toni Servillo dal titolo "È stato il figlio" che non ho avuto il piacere ancora di vedere.
Maresco, forse meno impegnato dopo la rottura, ha firmato nel 2010 un capolavoro assoluto come "Io sono Tony Scott, ovvero come l'Italia fece fuori il più grande clarinettista del jazz" che merita a breve un approfondimento solo suo.
Due palermitani d.o.c. che ci mancano in questa conforme desolazione orwelliana.

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