lunedì 25 marzo 2013

GLI AMANTI PASSEGGERI

A me Almodovar non piace. Lo dico subito per fugare dubbi. Ci sono artisti che al di là della sensibilità aliena alla mia non riescono minimamente a interessarmi; non riescono a darmi in mano le chiavi della loro poetica. Con ciò riconosco l'importanza di questo autore carismatico nella commedia europea degli ultimi venti anni. Dopo gli esordi carichi di erotismo e passione e le opere mature pluripremiate in tutto il mondo, negli ultimi lavori si è fatta strada una stanchezza ripetitiva che sembra vivere di rendita. Ma anche per il sottoscritto che non lo ama, un film con il tocco Almodovar è sempre in qualche modo intrigante, magari in pochi isolati fulminei passaggi, mai banale; ci sono situazioni che pennellano un mondo enfatizzato, barocco ma molto più reale di quello che pensiamo, una sorta di psicoterapia quasi sempre sessuale o almeno del desiderio. Eccoci al punto: questa ultima opera del maestro spagnolo è completamente senza tocco, senza senso, senza bussola come l'aereo in cui i personaggi loro malgrado sono imprigionati. Pare una fotocopia sbiadita e abbruttita di un esordiente che vuole imitare l'inarrivabile mestierante. Campione d'incassi in patria! Poi penso ai nostri blockbuster caserecci passati o ancora in auge tipo "Benvenuto presidente" e finisco per trattenermi da un' ivettiva più dura, più feroce. Imbarazzanti i primi venti minuti basati su battute inerenti a cicchetti e pompini (nel merito un pompino...) presentati con tempi comici soporiferi; segue altra ora ancora peggio con inserti surreali poco riusciti e balletti buoni per una puntata nostrana di Zelig. Seppur colorata anche la regia pare sciatta e demotivata e di questo me ne dispiace; il pubblico plaude ed è un bene in questo momento di crisi ma l'impoverimento culturale anche o forse soprattutto nel ramo commedia continua inesorabile la sua marcia verso il grado zero. A me Almodovar non piace; mi piace però l'idea che ci sia, che abbia una sua arte riconoscibile, coinvolgente per chi l'apprezza, a patto che faccia quello che sa fare meglio anche se magari appannato negli anni. Non accetto che si metta a fare anche lui una marchetta qualunque come questa senza provare un minimo di vergogna. Mi aspetto da chi può il dovere culturale di provare almeno a mantenere una qualità sconosciuta a chi autore non può essere o diventare in questo mondo cinematografico sempre più televisivo, nell'accezione purtroppo negativa del termine stesso. A me Almodovar non piace...

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